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imageChi ha detto che l’autunno è una stagione grigia e triste? Sul monte Barone oggi non era assolutamente così. I colori del bosco passavano dal verde al marrone, dal rosso acceso al giallo degli alberi che si preparano all’inverno. Le amanite muscarie ornavano il sentiero con il loro vestito bianco e rosso. E poi il cielo che inizialmente grigio sfumato di bianco è diventato azzurro regalandoci anche un bel sole che ha riscaldato l’atmosfera cancellando i 10 gradi della partenza. L’acqua che è caduta tutta la notte poteva far pensare ad un percorso molto fangoso. Invece i ripidi pendii hanno drenato molto bene e quindi a parte qualche punto un po’ scivoloso, per il resto il fondo era compatto e soffice. I numerosi corsi d’acqua grandi e piccoli arricchivano il quadro della bella valle ai piedi del monte Barone.

Partenza dal centro di Coggiola (BI) a 470 metri di altitudine. Siamo 115 tra cui 4 valbossini. Ornella Mantovani, Marco Vicario, Alberto Zecchi ed il sottoscritto Poggio. Pochi metri di asfalto e poi è subito mulattiera, prima di acciottolato poi sterrata nei boschi. A metà salita usciamo allo scoperto. La vista ha campo libero. Vediamo bene i monti circostanti e verso sud la pianura piemontese oltre Biella. Il sentiero è proprio bello. Tratti ben corribili alternati ad altri più tecnici. Mancano 400 metri D+ e incontriamo un tratto più ripido, attrezzato di corda. Poi ancora pascoli e lassù spunta il rifugio dell’alpe Ponasca, punto più alto della gara a 1630 metri di quota. Ho già finito la salita, sto bene, spingo fino all’ultimo. Ristoro veloce e poi giù a capofitto. Vedo in lontananza degli atleti e come sempre emerge l’istinto del giaguaro. Come fossero prede voglio raggiungerle non per addentarle ma solo per superarle. Ci riesco per sette volte. Oggi non sono reattivo come di solito, i quadricipiti un po’ stanchi mi danno la sensazione di essere attaccato al terreno invece che rimbalzare elasticamente. Mi sono posto l’obbiettivo di stare sotto le due ore. Vedo le prime case ma l’altimetro dice che bisogna scendere ancora molto. Sui tratti con fondo duro faccio un rumore incredibile, sembro un bisonte impazzito. E’ una giornata così. Ma va benissimo. Ultimi metri tra le vie del paese e taglio il traguardo. 2h03’22” il mio tempo. Non realizzo l’obbiettivo ma sono contento lo stesso. Mi sono divertito come un matto. Percorso stupendo, ambiente di media montagna coinvolgente. Organizzazione essenziale ma efficace. Soddisfatti anche gli altri valbossini. Alberto chiude in 2h16’, Marco in circa 2h30’ e Ornella poco sopra le 3 ore.

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Da segnalare che oltre alla gara di salita e discesa c’era anche quella di sola salita. Vi ha preso parte il valbossino Andrea Zaccheo che ha conquistato il quinto posto assoluto.

Più passa il tempo e più mi diverto a correre tra i monti. E quando qualcuno mi dice che bisogna mettere la testa a posto penso che invece io voglio avere la testa tra le nuvole. Le nuvole che accarezzano le tante splendide montagne che ci offre la nostra bella Italia.

Il Poggio

3 commenti
  1. pilo 5 ottobre 2015 alle ore 08:15  

    Ul Pogiun fora dal nebiun

  2. Unknown 5 ottobre 2015 alle ore 09:14  

    Ottimo poggio...cerca qualcosa per domenica prossima che ci sono anch io...mandello rifugio bietti potrebbe essere un idea😊 Antonio

  3. Anonimo 5 ottobre 2015 alle ore 19:35  

    Nulla da aggiungere a quanto già detto. Bella corsa spensierata e con un meteo inaspettato!
    Alberzek